World Migratory Bird Day in Italia

8 Maggio 2021

News

Migratori eccezionali

La migrazione porta uccelli rari e grandi stormi. Il ruolo chiave delle zone umide, aree di sosta di importanza cruciale, da proteggere e valorizzare

Le prime luci del giorno illuminano le cime dei saliconi al bordo di uno stagno. Un pacifico esercito di passeriformi appena arrivati dall’Africa subsahariana si mette improvvisamente in azione, i canti e i richiami più disparati riempiono l’aria. Centinaia, anzi, migliaia di uccelli migratori sono stati “bloccati” ai piedi delle Alpi da una settimana di mal tempo: impossibile pensare di attraversare le montagne con piogge e temporali, meglio cercare riparo nelle zone umide, luoghi protetti e ricchissimi di cibo.

Questa è la scena che si è presentata agli occhi e alle orecchie di chi, tra venerdì 30 aprile e domenica 1 maggio, sfidando la pioggia o approfittando delle prime schiarite, ha visitato una delle paludi della fascia prealpina e pedemontana dell’Italia settentrionale. Per molti ornitologi e birdwatcher, che già si stavano “leccando i baffi” consapevoli degli effetti delle perturbazioni in questo periodo di intensa migrazione, le soddisfazioni sono state notevoli. Infatti, in questo periodo sono moltissimi i migratori che attraversano la penisola, vero e proprio “ponte” tra l’Africa e l’Europa centrale e settentrionale, diretti verso le aree di nidificazione più a nord o a est, e moltissime sono le osservazioni di specie rare o di grandi concentrazioni di uccelli, un po’ in tutte le regioni. In alcune aree la presenza di migratori è stata davvero straordinaria. Nell’area prealpina, gli effetti del “fermo” imposto dalla perturbazione, sono stati particolarmente evidenti nelle zone umide ai piedi delle montagne. In centro Italia si sono registrate concentrazioni senza pari di specie solitamente presenti in numeri ben più bassi. Nelle isole circumsiciliane si sono osservate specie di provenienza africana.

Alcuni esempi? Nella piccola palude dell’oasi Torbiere di Albate-Bassone, a Como, in due giorni sono state osservate 100 specie, tra cui vere e proprie rarità come il pagliarolo, un passeriforme palustre a forte rischio di estinzione, e la balia caucasica, un piccolo insettivoro dell’Europa orientale, oltre a migliaia di altri passeriformi in sosta migratoria, mentre dodici specie di rapaci diurni si contendevano il cielo sopra alla palude. Poco lontano, sul Lago di Pusiano, grossomodo a metà tra Como e Lecco, oltre a migliaia di rondini, balestrucci e topini, accompagnati da falco pescatore e corriere grosso, è stata osservata per due giorni una cutrettola testagialla orientale, altra specie a distribuzione orientale, osservata con pochissimi individui all’anno in Italia.

Nel Pian di Spagna, importante area di sosta, nidificazione e svernamento per moltissime specie, posta al crocevia tra Valtellina, Valchiavenna e Lario, si sono superate le 100 specie presenti, con numeri decisamente superiori alla media per molti migratori, e anche nelle zone umide dei fondovalle trentini il numero di migratori in sosta è risultato molto alto.

Nel Parco Nazionale del Circeo, centinaia di migliaia di individui di topino, un parente della rondine che scava il proprio nido nelle pareti di sabbia, si sono “dati appuntamento” sul Lago di Sabaudia negli ultimi giorni di aprile, offrendo uno spettacolo senza precedenti.

In Campania, ci sono state varie osservazione di pispola golarossa e poiana codabianca, migratori decisamente infrequenti, inoltre un gruppo di circa 100 aironi bianchi maggiori è stato visto Cilento una settimana fa: le osservazioni di questa specie nelle regioni meridionali sono di solito limitate a pochi individui.

A Linosa, sempre a fine aprile, sono stati osservati trombettiere e usignolo d’Africa, specie provenienti dal continente africano.

Alcune specie rare o poco comuni sono risultate più frequenti nel 2021 che negli anni precedenti. Considerando il periodo 20 marzo – 4 maggio, le segnalazioni di balia caucasica presenti nel database del portale online www.ornitho.it, dove confluiscono le osservazioni di gran parte di ornitologi e birdwatcher italiani (e da dove sono tratte tutte le informazioni riportate in questo articolo), sono passate da 2 nel 2019, a 1 nel 2020 e a 16 nel 2021. Quelle di forapaglie macchiettato, un passeriforme di difficile osservazione che rivela la sua presenza grazie al particolarissimo canto (ricorda un insetto o un mulinello da pesca!), sono salite da 47 (nel 2019) e 20 (nel 2020), a 83 nel 2021.

Molte osservazioni di specie particolari o di grandi concentrazioni sono avvenute presso zone umide. Paludi, stagni, laghi, canneti, boschi allagati, rappresentano ambienti di eccezionale valore naturalistico e sono anche siti di sosta imprescindibili e irrinunciabili per gli uccelli migratori. Purtroppo però sono anche tra gli ambienti più fragili e più minacciati: bonifica, urbanizzazione, inquinamento, regimazione delle acque, disturbo sempre più forte, mettono a rischio la sopravvivenza di ecosistemi di incomparabile valore e bellezza. L’incredibile quantità (e qualità) di uccelli che in questi giorni ha visitato le nostre zone umide ci ricorda anche il nostro dovere di proteggerle e tutelarle, perché possano continuare a rivestire quel ruolo insostituibile che le rende così preziose per molte delle forme di vita presenti sul nostro pianeta, inclusa la nostra specie.

CISO Centro Italiano Studi Ornitologici

www.ciso-coi.it

www.ornitho.it

Foto di Alfonso Roberto Apicella, Andrea Galimberti, Matteo Toller