Bonifica del Mezzano: oche e gru non sono un problema, ma una risorsa

5 Febbraio 2021

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La presenza di popolazioni di oche sui campi coltivati non crea danni se ciò avviene nei mesi più freddi dell’anno, come nel caso della Bonifica del Mezzano. Ad affermarlo sono le associazioni Lipu, AsOER e CISO in risposta ai recenti allarmi riportati dalla stampa riguardo presunti danni che alcune specie selvatiche di oche causerebbero alle colture di grano e orzo.

Le oche non strappano le piante ma le recidono, favorendone l’accestimento e quindi la resistenza alle intemperie e una maggiore produttività – dichiarano i rappresentanti di AsOER, CISO e Lipu – In passato erano gli agricoltori stessi a portare al pascolo pecore e oche nei campi di grano durante l’inverno, una pratica diffusa che oggi si è persa. Una vasta letteratura scientifica conferma che le oche, in questo periodo, non causano danni ai seminativi ma, al contrario, contribuiscono a fertilizzare i terreni e migliorano, sul medio periodo, la crescita delle colture”.

La presenza di grandi stormi di oche in inverno nella Bonifica del Mezzano è cominciata negli anni Ottanta del secolo scorso. Stupisce quindi come l’allarme si crei dopo circa 40 anni dall’aumento, documentato dai dati scientifici facilmente reperibili. Si tratta in prevalenza di oche lombardelle provenienti dalla tundra circumartica e oche selvatiche che nidificano in Europa centro-settentrionale, a cui si uniscono ogni anno alcuni individui di specie molto rare come oca granaiola, oca lombardella minore, oca collorosso, oca colombaccio e oca facciabianca, originarie dell’estremo Nord Europa, della lontana tundra siberiana e della Groenlandia. Tutte queste specie percorrono migliaia di km per svernare alle nostre latitudini, dove trovano riparo dal freddo e risorse alimentari, prima di tornare, già a fine febbraio, verso i quartieri di nidificazione.

Gli stormi di oche e, da alcuni anni, il numero crescente di gru (circa 1.800 questo inverno) rappresentano invece una importante risorsa sotto il profilo ambientale, conservazionistico e turistico, che andrebbe valorizzata.

Purtroppo, negli ultimi anni i censimenti degli uccelli acquatici svernanti svolti in gennaio dall’Associazione Ornitologi dell’Emilia-Romagna (AsOER) indicano che gli stormi di oche e gru abbandonano prima della fine dell’inverno la Bonifica del Mezzano, spostandosi verso le Valli di Argenta e la Bassa Bolognese.

Ciò dipende dalla crescente frequenza delle azioni di disturbo (deliberato o involontario – che ricordiamo essere in ogni caso vietato dalle leggi vigenti) da parte di agricoltori, selecontrollori deputati al controllo delle nutrie, curiosi e velivoli da diporto. Se reiterato, ciò potrebbe comportare rilevanti conseguenze fisio-patologiche negative, aumentando la mortalità degli uccelli e portando così sul lungo termine a un declino delle popolazioni. Quest’anno il disturbo è stato tale che già a fine dicembre le oche si erano ridotte di numero e dal 20 gennaio avevano quasi del tutto abbandonato le zone del Mezzano in cui sono di solito presenti.

A questo problema si aggiungono numerosi altri pericoli ancor più gravi per la fauna selvatica della Bonifica del Mezzano: primo fra tutti l’incombente realizzazione della Strada europea E55, un progetto che andrebbe almeno riformulato tenendo in debito conto che il Mezzano, proprio perché è anche un’enorme area disabitata, ha una rilevantissima importanza ambientale e naturalistica.

AsOER – Associazione Ornitologi dell’Emilia-Romagna ODV

Roberto Tinarelli 

CISO – Centro Italiano Studi Ornitologici

Giuseppe Bogliani 

Lipu – Delegazione LEGA ITALIANA PROTEZIONE UCCELLI Ferrara

Lorenzo Borghi